window.dojoRequire(["mojo/signup-forms/Loader"], function(L) { L.start({"baseUrl":"mc.us1.list-manage.com","uuid":"c3199c8c10a821ca1152015b7","lid":"b05be0d19c","uniqueMethods":true}) }) L'ipnosi regressiva a vite precedenti è una disciplina ancora bambina,…
Che cos’è un miracolo? Chiediamoci prima ancora: che cos’è la guarigione?
Parlando di guarigione, immediatamente il pensiero corre alla malattia fisica. Eppure la gran parte dei malesseri da cui siamo piagati ci assillano sul piano emotivo, assai più costanti, pervasivi e distruttivi della gran parte delle patologie del corpo, che il più delle volte sono transitorie oppure – anche quando croniche – oltremodo gestibili.
Iniziamo allora col sopprimere il confine così netto che materialisticamente abbiamo posto tra i piani del nostro essere (fisico, psichico/emozionale, spirituale), e iniziamo anche a parlare di disagio anzichè di malattia.
Proviamo a definire la guarigione come scomparsa del disagio. Più propriamente, la guarigione – diceva il grande Georges Ohsawa – “è un cambio di direzione”. La (vera, non sintomatica) guarigione può essere o meno subitanea, ma segna sempre un improvviso cambio di rotta sulla strada della vita.
Se la guarigione è vera e non consiste soltanto in un tener a bada i sintomi, o distruggere chirurgicamente la malattia, allora è qualcosa che sfugge ai nostri consueti paradigmi di pensiero ed è corretto definirla miracolosa. Il miracolo è lo strumento per mezzo del quale si verifica la guarigione.
Dei miracoli parla con luminosa chiarezza uno bellissimo documento spirituale degli anni ’60 del 1900: Un Corso in Miracoli. Il testo, ricevuto per via “interiore” da Helen Schucman, rivela uno spessore e una profondità spirituale tali da fargli meritare una rispettosa considerazione.
Tentiamo grazie a questo testo di approdare a una visione affatto nuova e diversa dei miracoli, lontana da quella semplicistica e consueta che li limita all’improvvisa scomparsa per grazia divina di un tumore in fase terminale.
Le concezioni esposte al proposito in Un Corso in Miracoli coincidono in modo sorprendente con le concezioni e le esperienze che ho maturato nelle mie ricerche nel campo dell’Ipnosi Regressiva Spirituale.
Dice il testo:
I miracoli sono un diritto di tutti, ma prima è necessaria la purificazione.
Per intenderne il significato, dobbiamo capire che cos’è prima il disagio (malattia). Secondo la concezione di Un Corso in Miracoli (UCM), e secondo la gran parte delle più antiche tradizioni religiose e spirituali, noi ci troviamo in un mondo che ci si presenta come reale, tangibile, apprezzabile con i sensi, e questo è in effetti vero, perchè in quanto emanazione del Divino abbiamo una nostra propria capacità creativa che costantemente è capace di generare nella materia. Ma al contempo questo mondo reale è illusorio, proprio perchè generato da noi.
Cosa significa “generato da noi”? Significa generato da quella parte di noi che attraverso il tempo costantemente rielabora le proprie concezioni sulla propria esistenza spirituale tentando via via di purificarle ascendendo a un nuovo livello di consapevolezza, che un giorno sarà consapevolezza perfetta e ci permetterà di ritornare alla Casa del Padre.
Siamo esseri spirituali che vivono un’avventura nella Materia, un’avventura non casuale ma fortemente voluta e necessaria per recuperare, passo dopo passo, la coscienza della nostra natura divina. A quel punto, non avremo più bisogno della Materia.
Questa visione è completamente sovrapponibile a quel che ci insegnano la letteratura e le esperienze dell’ipnosi regressiva a vite precedenti. Il nostro percorso sulla Terra passa da incarnazione a incarnazione, e in ciascuna vita noi affrontiamo delle sfide evolutive (sotto forma di problemi, malattie, schemi ricorrenti, relazione con persone conflittuali..) che hanno lo scopo di “riportarci a casa”, cioè uscire dalla ruota delle incarnazioni.
Ciascuna vita è come un film proiettato su un grande schermo di cui noi siamo i protagonisti e il cui copione abbiamo stabilito (con l’amorevole guida delle Forze Spirituali) nel periodo tra le vite. Questo copione che viene proiettato non è altro che la raffigurazione di scenari di vita che costituiscono il nostro samskara, il nostro velo denso di malpercezioni, credenze egoiche, convinzioni che abbiamo maturato su noi stessi e sul mondo a causa degli accadimenti delle vite precedenti. Per fare un esempio semplice: esperienze di abbandono subite in una vita passata si posso esprimere in quella successiva come una forte sensazione di non essere amati da nessuno.
Le tue percezioni distorte producono una densa coltre sugli impulsi al miracolo, rendendo loro difficile raggiungere la tua consapevolezza.
Dunque, ogni disagio importante – del corpo o dello spirito – è una manifestazione del nostro personale samskara, una sfida che ci viene incontro per stimolare la nostra evoluzione, il nostro apprendimento. Questo apprendimento si verifica nell’istante in cui, grazie all’esperienza dolorosa, riusciamo a modificare profondamente le nostre credenze. Nel caso della malattia fisica, abbiamo un riflesso di questi discorsi nella pur giovane e immatura disciplina della psicosomatica.
Dopo queste precisazioni, possiamo comprendere perchè:
I miracoli rendono testimonianza alla verità.
La verità di quel che siamo veramente, al di là di tutto quel che i nostri filtri percettivi ci fanno credere del mondo e della nostra vita.
I miracoli riflettono le leggi dell’eternità, non del tempo.
I miracoli rimettono in ordine la percezione e collocano tutti i livelli nella vera prospettiva. Questa è la guarigione, poichè la malattia viene dal confondere i livelli.
Sono spostamenti improvvisi nell’invisibile, lontano dal livello corporeo. Ecco perchè guariscono.
Parlando di “livello corporeo”, UCM allude alla nostra completa identificazione con l’individualità, all’Io che si autoconclude in sè stesso e ignora – perchè li ha dimenticati – i legami che lo correlano all’Universo tutto, alla Creazione tutta. E’ l’obnubilamento che è disceso come un velo sulla nostra conoscenza del perchè siamo qui e del perchè ci tocca affrontare nella vita certe sfide.
L’interezza è il contenuto della percezione dei miracoli.
Il miracolo ci fa recuperare la corretta percezione (e non necessariamente questo avviene a livello consapevole), e ciò fa sì che semplicemente non abbiamo più bisogno del nostro disagio, non abbiamo più bisogno dell’esperienza dolorosa, a qualsiasi livello questa si manifesti.
Ecco perchè:
Un miracolo è una correzione introdotta nel falso modo di pensare. Agisce come catalizzatore, poichè smantella la percezione errata e la riorganizza opportunamente.
I miracoli disperdono le illusioni su te stesso e percepiscono la luce in te. Così espiano i tuoi errori liberandoti dai tuoi incubi. Liberando la tua mente dalla prigione delle tue illusioni, ripristinano la tua sanità mentale.
I miracoli ripristinano la mente alla sua pienezza. Espiando la mancanza, stabiliscono la protezione perfetta. La forza dello Spirito non lascia spazio alle intrusioni.
Un passaggio molto bello di UCM insiste in particolar modo sull’interezza che il miracolo realizza, sull’avvicinamento a Dio (se volete) compiuto in noi per suo mezzo:
Il miracolo raffronta ciò che tu hai fatto con la creazione, accettando come vero ciò che è in accordo con essa, e rifiutando come falso ciò che non lo è.
Quanto tempo serve per operare un miracolo, per vivere su di sè un miracolo? Quanto tempo serve per superare il proprio dolore, la propria ferita, il male che ci attanaglia e ci imprigiona?
Il tempo è l’unita di misura della vita incarnata. Sul piano spirituale il tempo non esiste e, sebbene abituati come siamo a ragionare in termini di terapia->azione della terapia->progressivo risultato stentiamo a comprenderlo, il miracolo si compie per definizione in un istante. Lazzaro non è tornato progressivamente in vita in sei mesi.
Non soltanto basta un istante, ma non potrebbe che essere un istante altrimenti non sarebbe un miracolo, giacchè:
I miracoli riflettono le leggi dell’eternità, non del tempo.
Serve allora per forza un miracolo per guarire? Decisamente no. Abbiamo già detto che in realtà è la nostra stessa incarnazione con gli ostacoli e le sfide che ci pone innanzi a essere lo strumento della nostra guarigione.
Il miracolo serve per minimizzare il tempo necessario all’apprendimento, cui certamente un giorno arriveremo ma che potrebbe essere molto lontano, e forse non in questa vita. Il miracolo collassa il tempo.
I miracoli sono sia inizio che fine e quindi alterano l’ordine temporale. Sono sempre affermazioni di rinascita, che sembrano tornare indietro, ma in realtà vanno avanti. Disfano il passato nel presente e così liberano il futuro.
Il miracolo è uno strumento di apprendimento che riduce il bisogno di tempo. Il miracolo minimizza il bisogno del tempo.
Il miracolo comporta un improvviso salto della percezione da orizzontale a verticale. Il miracolo ha così la proprietà unica di abolire il tempo nella misura in cui rende non necessario l’intervallo di tempo che attraversa. Il miracolo sostituisce un apprendimento che avrebbe potuto richiedere migliaia di anni.
Le luminose concezioni sul miracolo di UCM sono sorprendentemente vicine alle esperienze che si attraversano lavorando in Ipnosi Regressiva Spirituale. Quel che differenzia questo approccio dalla quasi totalità della comune pratica dell’ipnosi regressiva (metodo Brian Weiss ecc.) è il totale affidamento alle Forze Spirituali la cui presenza è condizione necessaria e sufficiente per il dissolvimento del samskara. La persona sotto ipnosi sta lì, nel tempo remoto, ha ripercorso magari una vicenda tremendamente dolorosa di una vita precedente o della propria infanzia nella vita attuale. Sente su di sè tutto il peso di questa vicenda, e soprattutto è completamente immersa in quello che l’esperienza gli ha lasciato addosso: senso di inutilità, o di colpa, sfiducia in sè stessa, sensazione che non potrà che essere sempre così, che andrà sempre male, che è lei che ha qualcosa non va, ma anche rancore, risentimento, una rabbia insuperabile, oppure tanta paura, terrore panico di rivivere un certo evento. Tutte queste percezioni rimangono addosso come un mantello che poi diventa difficilissimo, a volte quasi impossibile, scrollarsi di dosso, un mantello di smarrimento e dolore. Nubi cupe si addensano sulle nostre vite e non ci abbandonano più, fino a quando riusciamo a superare la sfida che rappresentano e ad andare oltre. O fino a quando…
… o fino a quando si compie il Miracolo. Ed ecco, la persona è qui, in ipnosi, ha appena indossato questo mantello nero e pesante che potrà accompagnarla molto a lungo. Ma qui, in questo preciso istante, intervengono gli Esseri Spirituali, le Forze di Luce, il cui semplice contatto è tutto quel che serve perchè improvvisamente il mantello si dissolva, letteralmente si disintegri senza lasciare traccia. La persona che un istante prima diceva: “Io non valgo nulla” ora sorride e sente e dice “Io sono tutto!”. La persona che un istante prima diceva: “Nessuno potrà mai amarmi davvero” ora si accende di entusiasmo ed esclama “Sto sulla via del vero Amore!”.
Non è illusione: è il Miracolo. Il miracolo che in un istante santo trasforma radicalmente la nostra malpercezione e ci fa ricordare la nostra natura essenziale di creature perfette, mai veramente allontanate dall’amore del loro Creatore. La sofferenza è sempre illusoria, anche quando sembra maledettamente reale. E non c’è illusione che non si possa spezzare.
Il miracolo si propone di ripristinare la consapevolezza della realtà.
Perchè la forza del Divino (qualunque nome vogliamo attribuirgli e attraverso qualunque sua emanazione si manifesti) è così pura, forte e veritiera che nulla può resistergli. Ecco perchè UCM dice che:
La preghiera è lo strumento dei miracoli.
Una preghiera che non è in alcun modo una lamentosa supplica, ma l’atto di ristabilire il collegamento con la Divinità, che è già in noi e di cui facciamo parte, che è ovunque, che coincide con la stessa Creazione.
Il senso di separazione da Dio è l’unica mancanza che hai realmente bisogno di correggere.
Quando si compie il miracolo nel corso di una sessione di Ipnosi Spirituale quel che avviene davvero è il crollo del samskara, di tutte le strutture cristallizzate di pensiero e di emozione attraverso le quali abbiamo filtrato e interpretato fino a oggi la nostra vita.
I miracoli risvegliano la consapevolezza che lo spirito, e non il corpo, è l’altare della verità. Questo è il riconoscimento che conduce al potere guaritore del miracolo.
Usciamo dallo stato ipnotico sorridenti e sereni, con un senso di leggerezza impareggiabile che non provavamo da molto tempo ormai. O che forse alcuni di noi non avevano mai provato, per le sfide karmiche che il destino ci aveva messo incontro fin dalla nascita. E’ come se il passato fosse stato riscritto, e il copione adesso è cambiato. Dall’afflizione alla gioia, dalla mancanza all’integrità, dall’oscurità della tenebra all’abbraccio generoso del pieno sole.
Possiamo anche dire, indubbiamente possiamo dire, che il Miracolo è una forma di ricordo. Il ricordo di chi siamo davvero oltre le forme, il ricordo della nostra natura divina al di là delle apparenze mortificanti della materia.
I miracoli lodano Dio attraverso di te. Lo lodano onorando le Sue creazioni, in quanto ne affermano la perfezione. Guariscono perchè negano l’identificazione con il corpo ed affermano l’identificazione con lo spirito. Riconoscendo lo spirito, i miracoli regolano i livelli di percezione e li fanno vedere nel giusto allineamento. Questo pone lo spirito al centro, dove può comunicare direttamente.
I bambini di Dio sono santi e il miracolo onora la loro santità, che può essere nascosta, ma mai perduta.
E il Miracolo è anche una forma di perdono. Perchè ricordare chi siamo, riconnetterci con la nostra più autentica e pura natura spirituale, cancella in un battito di ciglia ogni sentimento di colpa, di inadeguatezza, di sfiducia, ogni torto, ogni peccato. E’ letteralmente il Ritorno nell’Eden dopo un amaro peregrinare nella tenebra.
E a questo punto il perdono non può che estendersi agli altri, a tutti i personaggi che hanno recitato la loro parte nel palcoscenico della nostra vita, anch’essi avvolti nella densa nebbia del samskara. Inclusi coloro che ci hanno fatto del male, molto male.
I miracoli sono segni naturali di perdono. Attraverso i miracoli accetti il perdono di Dio estendendolo agli altri. Il miracolo riconosce ciascuno come fratello tuo e mio.
E sì, so bene quanto questo appaia impossibile e tremendo, penoso e anche in fondo ingiusto. Ingiusto perchè riconosciamo una responsabilità a chi fa il male, a chi ci ha arrecato sofferenza e angoscia. Come perdonare?
Ma il perdono di cui qui si parla non è il frutto di un atto di volontà, nè è un atto morale, nè sposta il nostro giudizio umano sul malvagio. Non dobbiamo farlo, forse non è giusto farlo, e non è detto che possiamo farlo. Ma il Miracolo non avviene sul piano umano, avviene sul piano spirituale, e nel momento in cui percepiamo completamente quanto tutti siamo fratelli nella gioia e nel dolore, quanto tutti abbiamo da attraversare la nostra notte e combattere coi nostri dèmoni, quanto nessuno sfugga alla regola del samskara, allora in quel preciso miracoloso istante il malvagio rimarrà malvagio, il male che ci ha arrecato rimarrà inalterato, ma il nostro sentimento di quell’esperienza si trasformerà totalmente. L’impatto abbagliante dell’Amore è così accecante che nessuna zona d’ombra può più esservi.
Non c’è alcun buonismo o sentimentalismo qui. Sentiamo che siamo Esseri Spirituali e che il malvagio è un Essere Spirituale, e nasce la compassione più vera e profonda, tanto più forte proprio per la consapevolezza delle sfide soverchianti che quell’essere è stato chiamato per destino ad attraversare.
Ma prima e più ancora del perdono dell’Altro, è il perdono e la riscoperta fondamentali di noi stessi il dono e lo strumento del Miracolo. Un istante santo trascorso il quale nulla sarà mai più come prima.
La Santità non può mai essere veramente nascosta nell’oscurità. Il miracolo ricolloca la realtà nel luogo a cui appartiene. La realtà appartiene solo allo spirito, e il miracolo riconosce solo la verità. Esso così fa svanire le illusioni riguardo a te stesso e ti mette in comunione con te stesso o con Dio. Il miracolo mette la mente al servizio dello Spirito Santo. Questo stabilisce la vera funzione della mente e corregge i suoi errori, che sono semplicemente mancanze d’amore. La tua mente può essere posseduta dalle illusioni ma lo spirito è eternamente libero.
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