C’era una volta la macrobiotica Yang, poi è arrivata la macrobiotica Yin. Lo hai mai sentito dire?
Quella Yang era la macrobiotica di Georges Ohsawa. Quella Yin (in varie gradazioni di Yin) quella della quasi totalità dei “maestri” successivi.
Che cosa significa esattamente?
Se parli con un cultore di macrobiotica, ti dirà che la macro Yang è caratterizzata da un maggior consumo di alimenti e pratiche Yang: solo cibi cotti, grande uso di condimenti salati, pochi liquidi, in generale una gamma di piatti più ridotta. La macro Yin usa meno sale, è più generosa nella lista di preparazioni possibili (fino a includere spesso frutta e dessert) , ed è in generale più praticabile e meno ristretta.
Questa risposta è del tutto corretta, ma non tiene conto del più sottile e fondamentale risvolto che sottende questa transizione da una macro a un’altra, cioè da Ohsawa a NON-Ohsawa.
Qual è il più tipico e comune percorso oggi di chi si avvicina alla macrobiotica?
Spesso inizia frequentando direttamente corsi di cucina macrobiotica (va detto che, anche e forse soprattutto in Italia, ci sono ottimi docenti). Se è il tipo intellettuale fa precedere alla partecipazione ai corsi la lettura di buona parte della letteratura disponibile (tutta kushiana o post-kushiana).
Inizia le sue prime sperimentazioni, se va bene (dipende dal circolo che ha frequentato) senza particolari rigidità. Sperimenta la cottura dei cereali integrali, la preparazione dei pani, scopre il mondo delle bevande macrobiotiche.
Studia lo Yin e lo Yang degli alimenti, accostandosi così un po’ alla volta alle concezioni taoiste.
Cerca di costruire pian piano nella propria cucina l’alchimia della preparazione e della cottura, e scopre via via come “l’energia” dei cibi muta e si trasforma in base alla cottura e ai condimenti utilizzati.
Quasi sempre, chi si avvicina alla macrobiotica ha già un’attitudine e spesso un’esperienza salutista, è amico del naturale, del biologico, ha anche una spontanea aspirazione a coltivare le vie dello spirito oltre quelle della materia.
Si addentra così strada facendo nell’IMBUTO della macrobiotica contemporanea, il cui ingresso è costellato da:
- corsi di cucina
- lettura di libri
- confronto di esperienze
- esperienza personale ai fornelli
- studio di yin e yang applicato agli alimenti
Questo imbuto è il modo in cui oggi la macrobiotica viene proposta, nella quasi totalità dei casi.
Cosa c’è al termine dell’imbuto? Da cosa è costituita la “porta stretta” e cosa c’è più avanti?
Oltre la soglia si cela la vera iniziazione macrobiotica, che dovrebbe essere il naturale sbocco dello sviluppo del giudizio personale, conseguenza della pratica macrobiotica.
Il percorso dell’imbuto è all’apparenza perfetto e molto coerente. Consente, si direbbe, di avvicinarsi per gradi all’essenza più autentica di questa disciplina.
Il punto è che… non funziona. Perchè alla fine dell’imbuto un buon 90% dei “macrobiotici” (perdonami sempre le generalizzazioni, ci sono tante luminose eccezioni) non ci arriverà MAI.
Questo perchè troppo facilmente la macrobiotica, così come è fin dall’inizio impostata, continua a girare su sè stessa con progressi che sono più raffinamenti che spostamenti sostanziali. E’ gratificante “fare macrobiotica”. Ci si sente meglio, più in salute, leggeri. E ragionare di energie dell’Universo, di Yin e di Yang regala quel grado di soddisfazione a un anelito di crescita spirituale che, per fortuna, è molto comune.
Però, come detto, alla fine dell’imbuto c’è la vera e propria iniziazione macrobiotica. Che per me significa l’abbracciare due comprensioni fondamentali:
- che la macrobiotica è una via interamente spirituale, nel senso più profondo della parola
- che l’alimentazione macrobiotica pura, e necessario comburente di questa iniziazione spirituale, è la c.d. macrobiotica Yang
“Ok, ma cosa comporta sul piano pratico questo passaggio iniziatico?”
Due cose, che discendono direttamente dalle comprensioni sopra citate:
- l’approfondimento e l'”acquisizione” della natura spirituale della vera macrobiotica, possibile soltanto studiando e riflettendo i testi di Georges Ohsawa
- la pratica, più o meno periodica (dipende tutto dalla volontà personale) della macrobiotica alimentare più autentica, cioè la dieta numero 7 o numero 6 di Ohsawa
Il problema è che questo non te lo dice nessun maestro, o quasi nessuno. Qualcuno ti dirà che è cosa buona e giusta provare. Qualcun altro ti dirà di ricorrere alla macrobiotica pura (che lui definirà “ristretta” oppure “estrema”) solo in caso di malattia.
Ma nessuno ti dirà: “guarda, è un passaggio necessario, se vuoi l’iniziazione“.
Non è colpa loro. Da Kushi in poi il modello è quello dell’imbuto. In altre parole: morto il padre fondatore della macrobiotica, si è rapidamente affermato il modello dell’imbuto.
Che ha i suoi pregi, ma un prezzo da pagare troppo alto: una percentuale inaccettabile di persone che intraprendono un sentiero importante di vita personale (l’incontro con la macro) ma non giungono mai a destinazione. E’ un sentiero che gira in tondo, e ritorna sempre al punto di partenza.
Allora io dico: è tempo di sovvertire questo modello.
E non perchè lo dice Fabio Procopio, ma perchè lo dice Georges Ohsawa, e così tanto spesso e in così tanti modi che mi perdonerai se questa volta ti risparmio le citazioni.
Quale modello? Il modello inverso, quello del PRISMA.
Nel prisma accade che un raggio di luce bianca colpisca e attraversi il solido, e da lì nasce un meraviglioso arcobaleno di colori che si diffonde a raggio.
Di fatto, è l’opposto dell’imbuto. Non ci sono colli di bottiglia, perchè il collo di bottiglia – la via stretta – è all’inizio.
Incontrare la Macrobiotica nella sua più vera e alta espressione, da subito, ha la capacità (per molti, per pochi, chissà) di azionare quelle leve del giudizio che, ridestato, può essere il fiero compagno e il più vigoroso sostenitore di quell’impulso spirituale che – visto o meno – ci ha condotti ad accostarci alla Macrobiotica.
Cosa significa questo in soldoni?
Che il modo migliore per iniziare a fare Macrobiotica è fare la Macrobiotica al suo massimo livello, quello più puro e verace: cioè la Dieta Numero 7 (o numero 6).
Questo determina uno scossone sul piano fisico ma anche psicoanimico che veicola in sè un immenso potenziale. Il potenziale di una autentica poussée evolutiva, una metànoia interiore che può costituire un passaggio rivoluzionario nella vita individuale.
Pratica la Dieta Numero 7 di Georges Ohsawa all’inizio della pratica macrobiotica significa poter attraversare la porta stretta e ricevere l’iniziazione. Da lì, il percorso è in discesa. Da lì, può aprirsi – ma con una consapevolezza superiore – il mondo dei corsi di cucina, dei libri, dei circoli, delle sperimentazioni ai fornelli.
La luce primordiale, essenziale, del cibo della gratitudine (il cereale integrale) scompone e ricompone le istanze (fisiche e animiche) dell’Io in un nuovo arcobaleno di colori. Che sono altrettanti nuovi sentieri, della personalità, del corpo, dell’approccio alla vita, da percorrere con un entusiasmo che non è necessariamente più superficiale perchè ha già sperimentato una dimensione di profondità.
Ecco perchè raccomando, fortemente raccomando, a tutti quelli che mi chiedono: “Interessante questa macrobiotica! Da dove comincio?“
Comincia con la Dieta Numero 7!
Che era poi quello che suggeriva Georges Ohsawa:
Ohsawa non parlava ai malati. Non parlava agli esaltati. Ohsawa si rivolgeva a te.
Ora, stai pur certo che tutti i “maestri dell’imbuto” ti diranno: FERMO! La #7 è pericolosa! La paura della numero 7 ha radici trentennali nella macrobiotica e un giorno in un altro post ti spiegherò il perchè.
Ma se non ti trovi in precarie condizioni di salute (se ti ci trovi può aiutarti molto, ma non è il momento di sperimentare in modo spensierato), e se non soffri di quel fanatismo settario che ti porta a mantenere il regime per 6 mesi di fila, puoi assolutamente praticare la #7 senza alcun rischio.
Puoi farlo. E devi farlo. Se vuoi passare dalla porta stretta.
Oggi è quasi un segreto questo, tra tanti macrobiotici. Un segreto che non conosce più nessuno. Perchè il Guardiano della Soglia sta lì a tenere la Soglia invisibile e ben nascosta. Il Guardiano si chiama: “per imparare la macro devi fartela insegnare da qualcuno”. Si chiama: “Ohsawa è superato”. Si chiama: “macro = alimentazione macro”. Si chiama: “per guarire con la macro devi farti aiutare”. E si chiama: “la dieta numero 7 è ferale e può ucciderti”.
Ma se ti presenti alla Soglia con un cuore sincero e una copia dello Zen Macrobiotico in mano nessuno potrà fermarti.
Fabio
E tu, quale pensi sia il giusto sentiero da seguire? Lascia un commento qui in basso e parliamone!
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bè è un buon articolo, ne parleremo di persona prima o poi, e la tua tesi è sostenibile, fino ad essere disprovata. E non è detto che lo sarà. Sai una cosa? come pioniere di qualcosa, tu mi ricordi Rilke G.Hamer, il fondatore della nuova Medicina Germanica, figura nobile dipioniere della cosa in cui credeva e di cui si è fatto testimone, paladino, martire…leggi la sua storia, se non la sai già. ciao
Caro Roberto, non smetterò mai di apprezzare la tua lungimiranza, te lo dico di cuore.
Io non mi sento un pioniere proprio di nulla. Niente è farina del mio sacco, è solo Ohsawa o – se preferisci – la mia comprensione di Ohsawa. Per qualche ragione questo fatto sembra fare incazzare qualcuno, ma stai pur certo che per martirizzarmi… dovranno passare sul mio cadavere ahahahahhahahaha
5 9 19 L’Imbuto è Prisma.
Prima di gridare all’Apocalisse, sarebbe meglio chiedere ed informarsi. Le scrive una persona che ha iniziato la Macrobiotica (quando sicuramente Lei non era ancora in età scolare) proprio dalla 7 e studiando ma anche confrontandosi, proprio come Lei ma senza sentirsi un Unto dal Signore o un Complottista. Per cui stia tranquillo siamo almeno già in due (se guarda con attenzione ne scoprirà ANCHE altri che silenziosamente avendo iniziato anche dalla 7, vivono la loro vita senza recriminare oppure osannare men che meno predicare in modo così imperativo e “spensierato”).
Quando Le sarà passata la foga della 7, scoprirà che la Macrobiotica è ANCORA ben altro.
La Macrobiotica è qualcosa di più di Regime alimentare graduato o un modo per risolvere disturbi più o meno gravi (Osawa ne parla ampiamente…).
Sig. Procopio, il Suo approccio complottista non è molto innovativo: il Regime 7 è più un mezzo che un fine ma questo non sembra filtrare bene, leggendo ciò che scrive (e come).
L” Imbuto è Prisma (dipende da che punto di vista lo guardi). L” Imbuto della Macrobiotica altro non è che il Riflesso che esce dal Prisma di Osawa dipende da come ci si pone (c.f.r. Legge VII dell’Ordine dell’Universo: “Tutti gli antagonismi sono complementari”). Ciò che per te è massima soddisfazione raggiunta dopo numerose tappe evolutive, per un altro può essere semplicemente un primo punto di partenza.
La vera Macro sta nella Grande Contradiction (sarebbe ora di cominciare a parlarne invece di perdersi dietro Regimi, quantità, ricette, ricettine per risolvere questo o quel problemino sintomatico dando l’illusione di una Santé di fatto per sua natura irraggiungibile).
Distinti saluti
Wolf
Caro signore, lei dovrebbe usare le parole in modo più puntuale.
Chi grida all’apocalisse? Chi grida al complotto? Chi si sente unto dal Signore?
Lei viene a dire A ME che la macrobiotica è “ben altro”, e che non consiste in “ricettine per risolvere questo o quel problemino sintomatico”?
A me che compio ogni sforzo per aiutare a far riscoprire il senso autentico e più profondo della macrobiotica?
Allora: io ho capito (la sua arroganza non cessa di ricordarmelo) che la mie concezioni non le piacciono e le appaiono limitate.
Ho capito che lei ADORA il paradigma dominante della macrobiotica contemporanea, che io invece trovo per molti versi OFFENSIVO della natura autentica di questa disciplina.
Ok. Dunque invece di infestare i miei articoli perchè non va a leggere quel che si scrive in giro sull’argomento macrobiotica? Sarà un autentico godimento, perchè scrivono tutti esattamente le stesse cose: quelle che piacciono a lei.
A Ohsawa piacerebbe questa macrobiotica? Ai posteri (o a chi sa leggere Ohsawa) l’ardua sentenza.
Perchè invece di essere così sterilmente demolitivo non ci parla invece di questa faccenda della Grande Contradiction? Mi interessa comprendere perchè le attribuisce tanto valore.
ci sarebbero tantissime cose da dire, tuttavia come ho riscontrato, nella lettura degli scritti del web, non essendoci
l’enfasi della parola e delle espressioni, molte volte è difficile esprimere il proprio pensiero, senza essere fraintesi.
Comunque, anchi’io cominciai con la n7 nel 1972 , in un epoca in cui in Italia, c’erano solo alcuni negozi in grandi città
che tenevano”anche” alcuni prodotti macrobiotici, non come oggi, con botteghe quasi sottocasa e supermercati.
E, gente con esperienza…un po, in seguito’ con la rivista di Ledvinka che mi permise di contattare Marrocchesi, ma anche lui”alle prime armi”.
Tutto questo per dire che al giorno d’oggi, è molto più facile incontrare persone d’esperienza, più il web,prima di iniziare una n.7 che anche in un sano potrebbe a volte causare scompensi, che senza consigli, potrebbero indurre ad abbandonare.
ciao
mauro
Grazie Mauro. Sì, per chi è del tutto alle prime armi è preferibile essere affiancato nel fare una #7, affiancato IL MINIMO INDISPENSABILE a mio avviso.
E’ per questo che nella mia proposta “colletiva” di fare la #7 per un po’ di giorni a settembre ho offerto gratuitamente la mia disponibilità a seguire i partecipanti uno per uno.
Ho grossi calcoli alla cistifellea che tengo sotto controllo e non danno problemi se bevo quasi 2 lt di tisana al giorno
Posso fare la m. 7?
Non raccomanderei un approccio diretto alla #7 in presenza di una calcolosi importante perchè, pur essendo la manifestazione di un processo di guarigione, l’equilibrio delicato in cui ti trovi adesso potrebbe facilmente bruscamente interrompersi. Sarebbe utile una più dolce transizione verso un regime alimentare macrobiotico.
Ho perso tempo con il finire i cibi che avevo in casa, sono d’accordo con te, il corpo beneficia subito degli effetti positivi della dieta eliminando tossine e ristabilimento la forma psico-fisica, namastè