Con Roberto Marrocchesi, probabilmente il più esperto tra i maestri italiani di Macrobiotica, ci stiamo confrontando sui miei “5 modi per ammalarsi e morire di macrobiotica“. Ovviamente, 5 provocazioni, ma tutte con un solido radicamento nella realtà.
Questo è il terzo di cinque post in cui troverai le nostre (di Roberto e mie) opinioni a confronto sui “5 modi per morire” illustrati nell’articolo che ho citato prima. La prima confutazione e relativo dibattito li trovi QUI, la seconda QUI.
Facci sapere la tua inserendo un commento al post.
Il TERZO metodo che avevo individuato “per ammalarsi e morire di Macrobiotica” era:
RIVOLGERTI A COUNSELLOR ED ESPERTI MACROBIOTICI
Georges Ohsawa ripeteva fino alla nausea che la salute è una questione individuale, e la responsabilità della propria salute non può in nessun modo essere delegata: “E’ necessario scoprire da se stessi il metodo per garantire una salute fisica e mentale al proprio corpo, da soli, senza l’aiuto di alcun maestro”. Non può esservi guarigione vera se questa guarigione ti è stata “prestata” da qualcun altro. Devi costruire la tua comprensione della terapeutica macrobiotica.
Questo non significa che sia un delitto farsi seguire da qualcuno più esperto, al quale puoi anche riconoscere un compenso per il tempo che ti sta dedicando.
Vuol dire soltanto che non puoi surrogare la tua conoscenza con la sua. L’invenzione dei counsellor macrobiotici, che diventano tali dopo aver frequentato corsi dal costo di migliaia di euro, fa parte della mercificazione della macrobiotica post-Ohsawa di cui nessuno parla mai e che personalmente mi dà la nausea.
Allora: studia da te, sperimenta da te, studia ancora, sperimenta ancora. Cerca di comprendere dove è nato il tuo problema, e solo così capirai dove si trova la soluzione.
Mi scrive Roberto:
Dunque mio caro, se vuoi morire di macrobiotica, mettiti nelle mani di un consulente macrobiotico. Questa è pure più grossa di quelle sull’inutilità dei corsi di cucina.
Chi scrive sta cercando di ignorare la sua professione, che è pure doppia: nel mio caso, farmacista (non praticante) e naturopata, diciamo così honoris causa, poichè fui docente ai naturopati sin dagli anni 80 e 90, ma la MB è una naturopatia che precede e di molto, la naturopatia come viene conosciuta. Il mondo è pieno ora, di naturopati, che sopravanzano i consulenti macro di 100 a 1 credo. Curiosamente conosco pochissimi medici, ed un solo biologo nutrizionista (l’ottimo amico M Halsey, pure lui allievo di Kushi, americano naturalizzato italiano) che insegnano e praticano macrobiotica.
Personalmente, ritengo che la preparazione di un buon consulente macrobiotico ben preparato sopravanzi di parecchio quella del naturopata medio, a men che questi abbia pur studiato una naturopatia in chiave macrobiotica. Almeno nella categoria di terapia (termine rischioso se non suffragato da titoli come quelli qui sopra) alimentare.
A chi si recasse da me con problemi di salute, io sottolineo alcune cose:
– questa non è visita medica, ma un colloquio culturale. Mi pongo come INSEGNANTE, e accetto il termine di Dottore se vogliono, perchè dottore appunto vuol dire insegnante (aggiungerei del cammino, o Via, della vita, della Salute o simili)
– a guarire/guarirsi è solo e soltanto la persona stessa (che non chiamerei mai, Paziente!) e non sarò io, e direi, neanche i medici: la via della Salute, e di quel che facciamo a noi stessi nel “bene/male” dipende solo da noi. nei casi, alquanto rari, di qualcuno che torna da me una 2a-3a volta, lo invito piuttosto a seguire i miei corsi, specie di cucina, a leggere libri, specie di Ohsawa, testi dei Classici Orientali, Nei Jing, Yi Jing, il vangelo apocrifo di Tommaso, ho spesso consigliato qualche film moderno assai didascalico. Mi affretto a dire che la MB è molto, molto di più di una “dieta”.
– quasi mai mi reco dalle persone, vorrei che facessero loro lo sforzo di venir da me, e soprattutto che imparino, mangino, mastichino, studino, si facciano e mi facciano domande, camminando sulle loro gambe.
A volte son stato costretto a dire che Ohsawa si rifiutava di veder per una seconda volta alcuno, perchè dimostrava così di non aver capito. MA i più non li rivedo affatto, mai più, e mi illudo quindi che abbiano capito tutto, e che siano ora molto più felici e sani di quando vennero. Son però certo che, dovessi tenere un loro indirizzario per scriver loro una cartolina “come state, ditemi come va?” come fece Georges, potrei avere risposte punte, come diciamo qui in Toscana. Guariti forse dai sintomi, non dall’arroganza, avrebbe detto Lui.
In realtà incoraggio tutti, gratuitamente, quelli già visti a corrispondere con me via mail (che G.O. non aveva) o pure telefono per chiedere, e io per sapere, e incoraggiare, eventualmente correggere. Una sorta di ripetizioni gratuite per chi non avesse capito qualche cosa.
Ma essi DEVONO camminare da sè, e se zoppi, pure camminino, a loro modo. Io non sono bastone, o medico, crocerossina o qualsivoglia sostituto della loro totale autoresponsabilità.
Quanto alla Medicina, dopo molti anni NEGO che esista una “Medicina Macrobiotica”, esiste piuttosto un approccio macrobiotico alla dieta/stile di vita che ho fatto mio, modificato, migliorato negli anni. Se vogliam parlare di Medicina, ho stima di certi approcci dell’Omeopatia e di certi omeopati, dei bravi terapisti di Shiatsu (pratico anch’io), Tuina, Agopuntura, cranio-sacrale, Osteopatia, Erboristeria classica europea, fiori di Bach…
Infine uso la mia Fengshuitherapy che è una branca della med Classica Cinese (cfr. Nei Jing SuWen, il Classico dell’Imperatore Giallo, 1a Domanda Semplice da Huang Di a QiPo sulla Longevità antica, ora perduta..). Questo metodo mi permette di vedere la Costituzione innata dalla nascita, delle persone, e mi dà preziose notizie ma pure strumenti per aiutarle.
In pratica quindi, come strumento più propriamente di terapia, da tempo studio e applico i Principi della medicina Energetica Orientale uso l’approccio della MCC o MTC con la dietetica macrobiotica moderna, quando fosse necessario anche il metodo Dieta n 7 o 6 Ohsawiano, con alcune mie modifiche che dirò a parte, forse. Questo ponte che cerco di costruire tra med Orientale e l’approccio Ohsawa/Kushi (più altri ovviamente, contemporanei) non è stato sinora granchè accolto dai praticanti MTC e men che meno dai macrobiotici. Io ritengo che la cosa vada a tutto danno dei secondi, mentre la MTC va guadagnando proseliti perchè è una vera medicina, peccato che abbia una dietetica antiquata e poco seguita, perchè meno compresa dagli stessi proponenti. Noi lì avremmo molto più da dire…
L’insegnamento che mi da più piacere cercar di instillare nelle persone non è comunque una qualche tecnica, ricetta macrobiotica o alimento magari esotico (miso, umeboshi, gomashio e altre meraviglie me le fo da me, e le insegno a farsi in casa, pure).. no, a me piace diffondere L’ORDINE DELL’UNIVERSO.
Risposta di Fabio:
Eh già. Ma tu sei Roberto Marrocchesi. A nome di chi stai parlando?
Ti assumi la responsabilità di dire che parli a nome della categoria, o almeno della stragrande maggioranza, dei “counsellor macrobiotici”?
Possiedono tutti dunque la tua saggezza? Hanno tutti elaborato, meditato, sviluppato dentro di sè il Sentiero per arrivare alla solidità delle concezioni che tu esprimi?
Sono domande retoriche, perchè la risposta è NO. E so bene che non mi dirai SI’.
Guarda, questo tema del counselling macrobiotico è di eccezionale importanza. Perchè veicola molte, molte questioni fondamentali, fraintendimenti, deviazioni, quando non addirittura corruzioni del messaggio originale di Ohsawa e di quel che dovrebbe intendersi per “macrobiotica”.
Mi limito ad alcune considerazioni essenziali.
1) STUDIARE COSA? Tremila euro (cifra buttata lì, ma molto vicina al vero) per diventare counsellor macrobiotico. Ora penso non si chiami nemmeno più così, ma con etichette più in voga che includono aggettivi come spiritual o olistico. Tremila euro e un “addestramento intensivo” full-time, magari in formula residenziale. Per imparare cosa, scusa? Per imparare i Cinque Elementi, “accantonati perchè inutili” (testuale) da Georges Ohsawa? E le loro trasformazioni, e i Sapori, ecc.? Per imparare il do-in? lo yoga? lo shiatsu? il feng shui? la rimediologia macrobiotica? Tremila euro per imparare l’astrologia delle 9 Stelle? la meditazione? il palm healing? la detossificazione?
No perchè è di questa roba che sono infarciti i corsi per diventare un counsellor macrobiotico. E questa roba è splendida. E’ utilissima. E’ efficace. Ma non è assolutamente necessaria. E’ un corollario. E’ per lo più sintomatica, palliativa, o nel migliore dei casi ridondante rispetto all’essenza fondamentale della Macrobiotica (di Ohsawa).
Cosa penserebbe Georges Ohsawa di questa formazione così impostata? Lo sai meglio di me.
Mi dirai, da cultore della prima ora della macrobiotica kushiana (e da esperto di Feng Shui), che i Cinque Elementi non sono una puttanata. Che conoscere e saper applicare il Ciclo delle Trasformazioni ha il suo perchè e la sua efficacia. Non ne dubito. Lo so. Sono anche io un operatore Feng Shui e ne conosco tutta l’importanza.
Ma Ohsawa ha fatto un passo indietro, rendendo superfluo focalizzarsi sugli Elementi. O se preferisci la dico così: nel tempo ho dato una mano a tantissime persone a ricercare la guarigione macrobiotica. Alla fine, salvo una percentuale minoritaria, la pratica è sempre stata una #7 o una #6. I risultati: dal molto buono al sorprendente. Con i consigli dei “counsellor” e la loro più articolata macrobiotica si ottiene di meglio? Davvero? Non è quel che so io. Anzi.
2) LA STATURA DEL COUNSELLOR. La tecnica è la parte minore dell’intera equazione macrobiotica. Lo sai molto meglio di me. Il Sentiero è squisitamente e necessariamente personale e deve forgiare uomini liberi. O quantomeno sempre più accosti a qualcosa che somigli alla Libertà Infinita.
Nessuna scuola a pagamento, nessun corso, nessun addestramento può sviluppare il tuo giudizio, il tuo discernimento. Come hanno risolto questo problema fondamentale?
Diceva il grande Dane Rudhyar (e non solo lui) che “nessuno può interpretare una vita o un destino a un livello più alto a quello cui lui stesso sia giunto“. Chi è il counsellor alla cui porta sto bussando? A prescindere dalla sua preparazione tecnica, se il suo scopo è e deve essere facilitarmi nella realizzazione del Sè (o sviluppo del Giudizio, o cammino verso la Libertà, chiamalo come vuoi), a quale punto sta lui? E chi lo certifica?
Quante possibilità ho di trovarmi di fronte uno che NON ha compreso la base, lo scopo, il punto fondamentale della Macrobiotica? Troppe. E se non lo ha compreso non può aiutarmi a trovare la mia guarigione vera. Al massimo, la guarigione sintomatica. Peccando lui e facendo peccare me. Curando la malattia ma non il malato.
Non è un caso che, tra tutti gli insegnamenti di Ohsawa, quello sui livelli del giudizio sia probabilmente il meno compreso. A un livello perfino patetico.
Storia vera. Mario va da un “counsellor macrobiotico” per un problema di salute. Mario è vegetariano, neanche di quelli estremi. Il counsellor gli dice che ha bisogno di Yang E QUINDI (stendiamo un velo pietoso) deve consumare pesce una volta alla settimana. Mario gli fa presente la propria scelta vegetariana, e gliela spiega con ragioni etiche. Il counsellor fa spallucce e gli risponde testualmente: “Io non ho di questi problemi” (sic!).
Cosa è successo? Che quel counsellor (e mi dispiace dire che questa specifica cosa l’ho sentita e letta troppe volte) ha liquidato la scelta vegetariana di Mario come una manifestazione del livello “sentimentale” di giudizio. Quindi, una cosa inferiore, inutile, puerile. Lui, il counsellor, evidentemente possiede il Giudizio Supremo (IRONIA; non vorrei qualcuno fraintendesse) e di conseguenza può manifestare un elitario disinteresse per la suddetta scelta etica. “Se vuoi guarire, devi mangiare un po’ di pesce“, sentenzia, sbagliando anche sul piano tecnico tra l’altro.
Allo stesso modo, un tizio mi accusa di recente via e-mail di manifestare un livello di giudizio “idealistico” nel mio modo di divulgare la macrobiotica di Ohsawa. Capisci a che punto stiamo?
Entrambi non hanno capito, e in realtà pochissimi hanno capito, che i livelli di giudizio bisogna attraversarli tutti prima e possederli tutti poi. Non commuoversi di fronte a un animale che soffre non è Giudizio Supremo: è mancanza di giudizio sentimentale, e quindi anche mancanza di Giudizio Supremo, e così via…
3) CHI HA IN MANO LA GUARIGIONE. Conosco bene il counselling. Ho una formazione certificata in naturopatia (che sta messa abbastanza male pure, ma almeno è più vivace della macrobiotica), in ipnosi e past life therapy, in floriterapia, in acupressure e auricoloterapia. Faccio o ho fatto counselling in tutte queste discipline. Anche in macrobiotica accetto di fare consulenza, quando ritengo che ci siano le condizioni. Ma in TUTTE queste discipline, in ogni singola sessione di consulenza, faccio in modo che la persona comprenda molto bene due cose: a) cosa è un trattamento sintomatico e cosa non lo è; b) che la guarigione è INTERAMENTE in mano sua, e che questo significa molto altro e molto più che “devi seguire attentamente le mie indicazioni”.
Il vero counselling macrobiotico ha dei confini molto rigorosi e ben definiti. Il counsellor non può fare come un qualunque operatore olistico e prescrivere una dieta, magari contornandola da un vacuo blabla spirituale. Il counsellor DEVE riconsegnare la libertà del malato al malato. Gliela deve ricordare. Come ad esempio fai tu, come hai scritto. E sono certo che non ti sei fatto ricco con i consulti di macrobiotica.
“Solo colui che soffre può guarirsi da solo. Libertà, salute, giustizia, felicità e pace non possono e non devono essere dati da altri. Se lo sono, creano un debito per tutta la vita.” (G.O.)
Di fatto, di conseguenza, il vero counsellor macrobiotico si ritrova ad avere pochissimi clienti, se agisce come deve. E questa è l’unica cartina di tornasole della bontà del suo lavoro.
“Il malato è la vostra commissione d’esame.” (G.O.)
Bene. Ancora grazie a Roberto Marrocchesi per questo terzo confronto.
E TU, che ne pensi?
Ha senso il counselling macrobiotico? E in cosa dovrebbe consistere?
Da cosa si distingue un bravo o un cattivo counsellor?
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Fabio
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io sono del parere che un vero insegnante macrobiotico debba puntare sulla costruzione della volontà del richiedente ad una autoguarigione, che per far ciò deve aprirsi ad una nuova visione delle cose e cercare di vedere in maniera critica la realtà da come viene presentata, questa operazione ha bisogno di una capacità di giudizio e uno studio dello yin e yang, per poter continuare nell’autoguarigione altrimenti la facilità con cui arriva alla salute lo riporterà di nuovo di fronte alla malattia, come dice G. O. la comodità, i piaceri, la sicurezza e la ricchezza indeboliscono la vitalità e dunque anche la volontà. Il fatto che chi esegue queste sedute a pagamento (e probabilmente neanche tanto economiche) , accetti il rapporto “dottore-paziente” poichè difficilmente l’uno esclude l’altro nell’uso più comune del termine, sembra proporre uno schema molto già ben disegnato da chi invece usa questa “dialettica” per interessi personali e di tornaconto, in fin dei conti G. O. usava le sue capacità di guaritore solo per far capire la potenza e la forza della macrobiotica e ha anche rifiutato di guarire ammalati che a suo giudizio erano malati della malattia più inguaribile dell’essere umano: “l’arroganza dell’anima”, e non si sarebbe piegato neanche a facili e remunerosi guadagni, per quanto questi possano essere stati allettanti.
Grazie per questo bello e delucidatorio articolo 🙂
premettendo la mia incapacità di scrivere veloce e l’impossibilità di scrivere qui , trascrivendo col copia e incolla,
voglio essere crudo, ricordando ciò che dissi, quasi 40 anni fa, alla CI.CA.MO (cooperati vegetariana) di Novara:
corso di consulente: a si ,per diventare medico macrobiotico della mutua, – venga qui, dica yin yang, prenda due umeboshi, prima dei pasti e un cucchiaio di tamari prima di coricarsi. (-:
e un altro aneddoto rivolto di mio suocero rivolto ai consulenti “ha studiato da prete per poter rubare in chiesa”(-:
nel senso di mettere i mostra certificati con attestati di partecipazione ai corsi
anche Herman Aihara, era contrario ai corsi, e con tutto il rispetto per Marrocchesi , come dice Fabio
che è diventato ciò che è , (non so quanto ha pagato per i corsi)ma naturalmente in molto
si è fatto da solo (-; , mi chiedo : chi sono e dove sono i consulenti formatisi nei corsi da tremila euro?
ciao
mauro