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Le 5 Confutazioni: Marrocchesi VS. Procopio

Questa volta ho esagerato.

Pubblicando i “5 modi per ammalarsi e morire di macrobiotica“, intendo.

Sono abituato a suscitare opposizioni quando parlo di Macrobiotica. E’ colpa mia, non sono diplomatico quando vedo l’insegnamento di Georges Ohsawa messo sotto le scarpe.
Però, gli attacchi che ricevo sono sempre e senza eccezioni come quelle pistole dei cartoni animati che schiacci il grilletto ed esce una bandierina con scritto BANG!
Perchè quando scrivo di Macrobiotica scrivo Ohsawa alla mano. E “i macrobiotici” per lo più conoscono Ohsawa solo per sentito nominare.
Quindi quando rispondo con dovizia di spiegazioni a certe osservazioni che mi arrivano via e-mail, l’interlocutore tace, o balbetta. Nel peggiore dei casi insulta, il segno migliore che non ha argomenti.

Ma questa volta non mi ha scritto uno qualunque.
Mi arriva infatti una e-mail di Roberto Marrocchesi:

«La mia stima per te che ormai ti conosco non cambia di una virgola e resta alta (…) però se dovemo confrontà amico mio».

Mi è preso un colpo: “E mo’ che gli dico a questo?” No, dico, MARROCCHESI, il più lucido e verace “guru” della Macrobiotica italiana. Uno con 40 anni di conoscenza ed esperienze che vanno anche ben oltre la sola macrobiotica. Esperto di MTC, esperto di Feng Shui.

Mentre io sono solo uno che legge Ohsawa. Dunque una lotta impari. E’ come Davide contro Golia, solo che lui ha la statura di Golia e la destrezza di Davide insieme 😉  Tra l’altro, ho un problema aggiuntivo: a me Roberto Marrocchesi piace tanto. Ha un animo schietto, vivace, non è legato a dogmi, e i suoi libri (imperdibile Macrobiotica Moderna, devi leggerlo) riflettono le medesime qualità.

Vabbè. Posso sottrarmi? Non posso.

Questo è il primo di cinque post in cui troverai le nostre (di Roberto e mie) opinioni a confronto sui “5 modi per morire” illustrati nell’articolo che ho citato prima (e che trovi, integrale, QUI).

Facci sapere la tua inserendo un commento al post.


Il primo metodo che avevo individuato “per ammalarsi e morire di Macrobiotica” era:

SNOBBARE GLI INSEGNAMENTI DI GEORGES OHSAWA

Curiosamente, per la gran parte dei “macrobiotici” Georges Ohsawa, che pure ha fondato la disciplina, non è una figura di grande valore. Infatti, non conoscono il suo pensiero, non leggono i suoi scritti e anzi fanno di tutto per mandarli fuori catalogo, e preferiscono tipicamente affidarsi a uno dei tanti guru grandi e piccoli che hanno stabilito le loro regole nel corso del tempo.

Poco importa la statura enorme di questo uomo geniale, profondo conoscitore della tradizione medica estremorientale, mente acuta ed esploratrice, viaggiatore instancabile e filosofo di prim’ordine. Ormai è morto e sepolto, e i “maestri” arrivati dopo sono sicuramente più piacevoli e lungimiranti. Il problema è che, soprattutto se stai male e magari sei alle prese con una brutta patologia da risolvere, fare vera o falsa macrobiotica può fare la differenza tra la vita e la morte, come ho dimostrato nel mio pamphlet La Maledetta Macrobiotica dei Miracoli.

Non conoscere il lavoro di Georges Ohsawa significa non potere capire che cosa è veramente la Macrobiotica, e di conseguenza è il primo passaporto per non potere guarire davvero. E in effetti ha funzionato per molte persone.


Mi scrive Roberto:

Roberto Marrocchesi

Su questo concordo, al 95%. Non è 100 solo perchè ho conosciuto un sacco di persone che guarirono con la TECNICA macrobiotica PIU’ una giusta dose d’umiltà e comprensione dei propri errori (Kushi qui era garbato ma fermo nel cercar di stimolare l’auto-riflessione sui propri errori che portarono al malanno ecc) pur senza necessariamente aver letto Ohsawa, comunque Kushi nei corsi sovente lo nominava, e sempre con deferenza.
Durante colloqui coi fedelissimi, magari citava episodi curiosi, e pure le difficoltà o gli errori, tipo gli “strappi” dietetici clamorosi di GO, le sigarette al mentolo e l’acqua gasata di Vichy…
Quando poi parlava dei 7 livelli di qualunque cosa, specie di Giudizio, confidava a tutti che per quanto si fosse sforzato, mai e poi mai gli riusciva di superare una definizione così completa, lucida e brillante della Coscienza umana come fece GO.
Infine, a differenza di Aveline o degli Aihara diceva che non si poteva definire tanto un allievo, quanto un amico intimo di GO. Passò infatti poco tempo a Maison Ignoramus.

Sempre molto signorilmente e garbatamente, il suo insegnamento non in forma polemica cercava di condurre l’approccio alla dieta in forma più morbida di quello di GO, es. grande predilezione per le foglie verdi, uso maggiore di verdura, uso moderato ma possibile di frutta, cotta e con sale, uso dei dolci al malto (e qui i Macros specie in USA si son fatti prendere la mano) uso di tofu, seitan, tempeh amazakè mochi e natto, specie il primo. Molti di noi ci si son specializzati e ne han fatto un mestiere, tra cui il sottoscritto che fondò e diresse THE BRIDGE TOFU ditta di produzione di tali alimenti, tuttora esistente ma non più mia , puoi vedere il sito con quel nome.
La sua “dieta standard MB” ebbe enorme popolarità, è tuttora la falsariga di molti macros e pure vegani nostrani contemporanei. Contemplava pure il pesce, chiarendo che le donne e coloro che avevano ambizioni diciamo così “spirituali” e certi malati gravi, era meglio che non lo toccassero.

Episodio fondamentale da me non visto ma da amico credo Brasiliano, vecchio Macro, a casa Kushi.
Facendo lavoretti per Aveline questo amico si trovò in mezzo a centinaia di libri classici di GO. Aveline gli ordinava di… gettarli! Lui obiettò con garbo, ma credo che lei gli rispose che facevano danni al pubblico americano, e quindi avevano sospeso la vendita… Lui restò scandalizzato ma obbedì. Credo che i Kushi sian stati spaventati dalla reazione americana che seguì You’re all Sanpaku e dalla campagna di odio dopo la morte della Beth Ann… che fu strumentalizzata alla grande, loro a differenza di GO avevan capito che l’America procede per esagerazioni, sempre, e il giudizio è sempre molto basso.
A differenza dell’Europa, GO ebbe nella vecchia generazione seguaci pure negli USA, di cui molti finiron pure semi-alcolisti, io ne conobbi uno nella cui casa vissi a lungo, che tra whisky, birre e dieta n 7 finì col cancro al fegato a 52 anni, ma da giovane era stato un drogaiolo alla Kerouac.


Risposta di Fabio:

Fabio Procopio

Ok, il 5% che non condividi della mia obiezione è dovuto al fatto che hai conosciuto tanta gente che è guarita nonostante non conoscesse Ohsawa.

Non ne dubito. Tutti sappiamo che molti disturbi rientrano con un po’ di macro.

Ma qui ci sono due punti che vorrei enfatizzare:

    1. La Dieta Macrobiotica Standard di Kushi, anche nelle sue varianti curative, rimane sempre molto più Yin dei regimi curativi di Ohsawa. Io ho letto tutti i libri di Kushi, ma devo essermi perso il passaggio in cui lui si è degnato di spiegare per filo e per segno perchè la macro alimentare di GO era troppo Yang. Perchè vedi, se non lo fai, poi capita che di fronte a una leucemia o un linfoma di Hodgking, per citare due estremi di malattie Yin, ti trovi di fronte a una scelta (tra l’impostazione di Kushi e quella di Ohsawa) dalla quale può letteralmente dipendere la tua vita. Proprio a proposito della leucemia ho messo a confronto le due visioni nel mio e-book gratuito La Maledetta Macrobiotica dei Miracoli.
    2. e più importante. “Una giusta dose d’umiltà e comprensione dei propri errori” è auspicabile e anzi necessaria per chi si trovi di fronte a una malattia. Ma c’è un passo ulteriore e più profondo: la comprensione del senso e della gravità spirituale di questi errori (l’arroganza di cui parla GO). Senza questa comprensione, sospetto, molte guarigioni non possono compiersi o la guarigione definitiva non può realizzarsi. Si è parlato davvero ancora di questo dopo Ohsawa? Non ci giurerei.

L’episodio che citi, di Aveline che ordina di gettar via i libri di Ohsawa, è una perla! Ed è paradigmatico di quel che sostengo incessantemente: dopo Ohsawa, di Ohsawa non è importato veramente nulla a nessuno. Sì, certo, c’è il rispetto formale, c’era (ora neanche quella) la forma di una affettuosa devozione, come in Kushi che citi. Ma nient’altro.

Un fatto che non cessa di stupirmi, non ne vengo letteralmente a capo, è che non troverai, per dire, un solo omeopata che non tenga come punto di riferimento assoluto Hahnemann, e un solo antroposofo che dica male di Steiner. Per qualche ragione, i successori di Ohsawa (e, peggio, anche molti semplici praticanti di macrobiotica) hanno ritenuto – nei fatti, se non a parole – di saperne meglio e di più. Come se uno qualunque di loro avesse mai raggiunto le profondità di Georges Ohsawa, toccabili in tutti i suoi libri da chi abbia mani per toccare.

Infine: a mio avviso non è vero che GO non fosse consapevole “che l’America procede per esagerazioni, sempre, e il giudizio è sempre molto basso“. Nel commentare la dolorosa vicenda di Beth Ann Simon (raccontata per esteso in QUESTO post sul mio sito), disse Ohsawa:

«Mrs. Simon, di 24 anni, una giovane artista americana, innocente come un angelo o un bambino, fu una delle centinaia di migliaia di americani che si lanciarono troppo fanaticamente nella macrobiotica. (…) Nella sua onestà e semplicità ella mancava di giudizio e di profondità di pensiero, come tutti gli americani. Fatalmente, giunse a una tragica fine perché non aveva alcuna comprensione della teoria, nonostante fosse così entusiasta della pratica.

Il suo caso mostra che “La filosofia senza tecnica è inutile; la tecnica senza filosofia è pericolosa.”».


Bene. Ringrazio di tutto cuore Roberto Marocchesi per questo primo confronto su un tema così importante.

E TU, che ne pensi?

E’ ancora importante Georges Ohsawa per la Macrobiotica’

Gli allievi hanno tradito il Maestro?

Era migliore la macrobiotica Yang di Ohsawa o quella Yin di Kushi?

—>Facci conoscere la tua opinione nei commenti!

A breve la seconda parte. E là il gioco si fa duro. (Iscriviti alla newsletter se vuoi essere avvisato quando sarà online)

Fabio

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Per leggere altri articoli su Georges Ohsawa clicca qui

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30 Agosto 2019
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Dealma Franceschetti

Ciao Fabio, il tuo scambio con Roberto è davvero molto bello (non vedo l’ora di leggere i prossimi!), sono felice che sia venuto a “prenderti sotto casa”, perchè nel mondo della macrobiotica troppo spesso si ragiona per dogmi e non si considera la scambio di opinioni, visioni, idee ed esperienze. Conosco Roberto, ho avuto la fortuna di averlo come maestro e credo anche amico e condivido la bella descrizione che ne hai fatto. Dato che ci inviti a partecipare al dibattito, mi permetto di condividere alcune mie riflessioni e domande, sperando sia utile ad ampliare la riflessione. Ci tengo a dire tre cose in particolare.
La prima: concordo con te sul fatto che GO venga letto poco e sia spesso poco conosciuto e apprezzato. Io stessa, dopo 10 anni di macrobiotica l’ho letto pochissimo (anche perchè se non sai il francese….) e Roberto mi ha tirato le orecchie…. Ho letto di più Kushi, lo stesso Marrocchesi, Bruno San Giovanni, ecc. Mi è appena arrivato il libro che stai divulgando e sono davvero felice di poter finalmente approfondire GO.
La seconda: con tutto il rispetto che dobbiamo ai maestri in ogni ambito e in particolare a GO in ambito macrobiotico, credo che un eccessivo “attaccamento” possa tradursi in un limite. Mi chiedo se non possa diventare un limite ad una ulteriore evoluzione alla macrobiotica. Se ho capito almeno un pochino la filosofia macrobiotica, l’idea è quella dell’elasticità, del mutamento, seppure mantenendo saldo il Principio Unico. Mi chiedo perchè non concepire che ci si possa allontanare in parte dagli insegnamenti del maestro, seppure eccezionali. Mi sono chiesta: se Wilhelm Reich non si fosse allontanato in parte da Freud, suo maestro, avremmo oggi l’analisi bioenergetica? E’ solo un esempio e solo una riflessione.
La terza: in questi anni di studio, letture, sperimentazione, errori, sgarri, guarigione e osservazione delle altre persone, ho notato che chi segue una macro più vicina alle origini, diciamo quindi più yang, diventa spesso molto yang anche nel modo di pensare e di relazionarsi con gli altri. Diventa insomma più rigido su certe posizioni e intollerante. Ho invece notato che una macrobiotica meno yang, quella di Kushi ad esempio, rende le persone più….”morbide”, più rilassate nei confronti degli altri. E’ possibile che questo dipenda da fatto che oggi applichiamo la macrobiotica in un contesto sociale diverso da quello in cui l’applicava GO? E’ possibile che oggi lo stile di vita frenetico e stressante renda tutti un po’ più yang e quindi possa essere utile una macrobiotica meno yang? Sono solo spunti di riflessione che spero possano stimolare le tue risposte e quelle di Roberto. Grazie e buon lavoro!
Dealma

Giuseppe Sivero
5 anni fa

Caro Fabio, se ci fermiamo a fare i conti della serva di chi è guarito o meno da problemi più o meno gravi, apriamo un baratro enorme su cosa significa guarigione. Conosco molta gente guarita “nonostante” non conoscessero ne la macrobiotica ne tantomeno GO. Avevano semplicemente ritrovato la via smarrita riprendendosi in mano la propria vita e cercando di avere una maggior coscienza di se.
Certo che il cibo aiuta nel bene o nel male visto che lo usiamo tutti i giorni e più volte al giorno, ma non basta; non basta mangiare la zuppa di miso tutti i giorni, eliminare tutta la chimica dal piatto ecc. se non c’è un incremento della coscienza di se e di tutti, dico tutti gli atti quotidiani. Questa è la cosa difficile: cambiare radicalmente atteggiamento rispetto alla vita se questa ti ha portato su una strada difficile e dolorosa come la malattia.
E in questo GO è stato un grande: gli “occhiali magici” definizione che trovo sublime, una volta indossati ti fanno vedere anche quello che fino a quel momento, pur essendo reale come il visibile, non potevi/volevi vedere. E una volta indossati non si può più tornare indietro.
Oshawa a scritto (non ricordo dove, visto i tanti libri che ho letto e visto l’età) “L’uomo è in grado di mangiare di tutto; ma l’uomo sano è in grado di scegliere sempre il cibo giusto al momento giusto”. Cioè è un problema di consapevolezza e non di che cibo si “possa” mangiare.
Perciò trovo la discussione sulla dieta troppo yin o troppo yang relativa e, personalmente, anche un po’ noiosa. Va bene per un discorso generale ma può essere una trappola se si entra nel personale. Io faccio shiatsu da 30 anni (come professione e non ogni tanto) e lo insegno da almeno 25 anni. Per cui sono abituato a confrontarmi con delle persone, direttamente e non per grandi numeri. Il mio lavoro è quello di accompagnare le persone in un percorso di ri-cerca del se perduto o nascosto da qualche parte con lo shiatsu e anche (perchè no) con un aiutino del cibo.
Sono molto contento di aver trovato il tuo blog con il quale concordo nello sprito anche se non sempre sui contenuti, perchè la penso esattamente come te: stiamo perdendo le radici e un albero senza radici muore. Questo sta avvenendo anche nello shiatsu dove sono decine le scuole che hanno introdotto tecniche e variazioni che, pur essendo interessanti, rischiano invece di restare complementi, di diventare la fonte principale.
Per tua conoscenza e spero anche soddisfazione, ho letto tutti i libri disponibili di GO pubblicati in italiano e anche qualcosa in francese (per quello che il mio povero francese mi permette di capire). Ma questo perchè a suo tempo ho trovato persone come Roberto e Carlo Guglielmo, che mi hanno aperto gli occhi su una filosofia che io non conoscevo. Da li ho frequentato l’internetional Macrobiotic Institute a Kiental (CH) e imparato a conoscere la macrobiotica di Micho Kushi che per me, allora, era più comprensibile del linguaggio di GO. Ho ancora la copia de “La dieta Macrobiotica” comperata alla fine degli anni ’70 che allora fece tanto scandalo fra gli alternativi e il mondo femminista (di cui io facevo parte) solo perchè spiegava i ruoli naturali che uomo e donna devono avere in usa società sana. Per questo GO era diventato un becero maschilista che relegava la donna ad angelo del focolare domestico a servizio dell’uomo. Mah tant’è. Erano altri tempi ed io ero giovane di belle speranze che, a priori, criticava i padri (vecchi!!!) e il potere mettendoli sullo stesso livello.
Allora ho rifiuto in blocco GO e mi sono perso un occasione di capire qualcosa di più della vita. Per fortuna ho recuperato……
I tuoi articoli e commenti fanno riflettere (per chi, naturalemnte, ha voglia di farlo) e mettono tanti puntini sulle ì in maniera forse un po’ provocatoria ma mai banale. Contiuna così tu che hai l’energia e la voglia di farlo.
Saluti

Giuseppe

anna
5 anni fa

Davvero appassionante questo articolo. Quando un confronto diviene la forza di un approfondimento così verace e costruttivo è davvero meraviglioso poter partecipare leggendo. Attendo trepidante la seconda parte prima di poter, in punta di piedi, tentare di lasciare un commento più pertinente, ma intanto non volevo perdere l’occasione di ringraziare Fabio Procopio e Roberto Marocchesi per il tanto valore espresso in questo scambio.

mauro
mauro
5 anni fa

caro Fabio,
sono il mauro che ha già scritto nella sezione QUELLA MACROBIOTICA COSì VEGAN
e dovrei essere io che ha dato il tuo link a Marrocchesi, che conosco da quando ci siamo
incontrati da Bassi Domenico più di 40 anni fa.
Non sono famoso per niente, ma posso scrivere alcuni aneddoti
Sembra che Ohsawa prima di morire abbia affermato;
“dimenticate tutto ciò che vi ho detto, esiste solo yin yang
ciao
mauro

mauro
mauro
5 anni fa

caro Fabio,
per commentare la vostra diatriba, se è meglio la dieta yang di Ohsawa o yin di Kushi
le notizie che ho io è che Ohsawa aveva proposto una dieta in primis per i giapponesi
più vegetariani quindi più yin mentre gli occidentali più carnivori sono più yang

ciao
mauro

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