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Con Roberto Marrocchesi, probabilmente il più esperto tra i maestri italiani di Macrobiotica, ci stiamo confrontando sui miei “5 modi per ammalarsi e morire di macrobiotica“. Ovviamente, 5 provocazioni, ma tutte con un solido radicamento nella realtà.
Questo è il quarto di cinque post in cui troverai le nostre (di Roberto e mie) opinioni a confronto sui “5 modi per morire” illustrati nell’articolo che ho citato prima. La prima confutazione e relativo dibattito li trovi QUI, la seconda QUI, la terza QUI.
Facci sapere la tua inserendo un commento al post.
Il QUARTO metodo che avevo individuato “per ammalarsi e morire di Macrobiotica” era:
PRATICARE LE “NUOVE” MACROBIOTICHE
La vera macrobiotica di Georges Ohsawa poggia su poche nozioni chiare e trasparenti come un cristallo: fuoco, sale, primato del vegetale. Nei decenni successivi alla morte è stato via via un proliferare di: consumo di carne (qualcuno ha stabilito che si mangia pesce una volta a settimana), introduzione di alimenti crudi, e perfino alimentazione “intuitiva”.
Se vuoi davvero intervenire profondamente in modo rigeneratore sul tuo “terreno”, ricorda che la vera pratica alimentare macrobiotica è completamente vegana. Ricorda che il cereale sta al centro. Ricorda che il sale è un amico e “un mago” (G.O.)
Tappati le orecchie se l’ultimo arrivato ti dice il contrario. Anzi, chiedigli se ha letto Ohsawa: si tapperà le orecchie lui.
Questa volta abbiamo deciso con Roberto di affrontare questo tema vis-a-vis, in vdeo, ed eccoti la nostra conversazione 😉
Bene. Ancora grazie a Roberto Marrocchesi per questo quarto confronto.
E TU, che ne pensi?
Perchè la macrobiotica è arrivata tanto lontano dalle sue origini?
Qual è il posto del vegetarianesimo all’interno della macrobiotica?
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Fabio
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Buongiorno, se posso dire la mia, ascoltando le parole del video mi vengono in mente due cose, la prima è che forse si accosta la parola “vegano” solo a ciò che facilmente disturba le nostre idee, nella frase di Roberto: “macrobiotica mal applicata totalmente vegana” e ancora… ” queste nuove scuole macrobiotiche vegane si attaccano ai principi crudisti e a scuole fruttariane….” , ma perchè si vuole svalorizzare o mettere in sottotono il termine vegano con altri termini che non c’entrano praticamente nulla o quasi con la macrobiotica vegana? La macrobiotica mal applicata è mal applicata e non mal applicata perchè vegana, la macrobiotica crudista o fruttariana vegana è solo crudista , fruttariana vegana o sicuramente non macrobiotica, ma perchè mi domando io si accosta la parola vegana solo a ciò che non piace? forse perchè all’intervistato non interessa nessun principio vegano accostato alla macrobiotica. Allora, qui mi sento di intervenire, come diceva giustamente Fabio Procopio, il rispetto per gli animali, che sono parte della Natura di cui facciamo parte anche noi stessi, il rispetto per l’ambiente nel nostro essere civiltà in cammino e la portanza universale che ha un approccio vegano nella nostra vita oggi, come ieri e come sarà in futuro, è parte della filosofia macrobiotica più profonda e sentita, che ci siano stati maestri che si dilettavano nel pescare e uccidere salmoni per mangiarli non mi cambia il mio punto di vista, per loro non ho giudizio, come per tutti gli altri, l’Universo solo può portare alle conseguenze delle nostre azioni, e forse se Aihara non fosse andato a pescare non sarebbe caduto nel fiume rischiando di annegare, per quanto riguarda Michio Kushi che io considero come il mio Maestro oltre a G. O., anche se non l’ho mai incontrato e non ho mai partecipato alle sue lezioni, conservo tutti i suoi libri e anche letture ricercate di alcune sue conferenze in Italia nel 1975 molto interessanti, in una, alla fine scrive di G. O. che alla fine di una conferenza invitava lui a mangiare in un bar del dolce la formaggio con una coca cola, quando il cameriere arrivava lui mangiava tutto felice e poi diceva a Michio: “questo è troppo yin per te Michio” e si mangiava anche l’altra porzione, era un uomo veramente libero e felice e sapeva godere di ogni cosa. Dunque al di la della propria libertà individuale del saper rompere le regole e liberarsi dalla paura, la sua macrobiotica era basata sulla comprensione dell’Ordine dell’Universo, il figlio di Kushi ha risposto una volta a una domanda su suo padre se e quando ha mangiato carne nella sua vita e lui ha risposto che Michio ha mangiato raramente frutti di mare e altrettanto raramente qualche uovo nel corso della sua vita ma solo in giovane età, dopo di che era completamente vegano. Mi piace pensare che O. pensasse al sopprimere la vita di un animale solo se questo, visto lui spinto verso una morte sicura per fame, si fosse offerto in sacrificio per salvare la vita del suo amico umano, tutto il resto è supremazia del forte a discapito del più debole, e concludo questo mio lungo commento, e me ne scuso, con una frase che qualcuno mi suggerisce, viva la vita ma non solo la nostra, anche delle vite che ci circondano e condividono con noi questo immenso piccolo pianeta, perchè la nostra felicità, libertà e pace si raggiunge quando camminiamo tutti insieme verso la vera giustizia, che comprende tutte le creature in questo grande grande viaggio nell’Universo infinito. Grazie a voi. ^_^
Grazie per le tue osservazioni, Loredana.
Io non credo che Roberto (ma ovviamente attendiamo la sua risposta al tuo commento) assimili tout court la macrobiotica vegana al fruttarismo o al crudismo; penso che parli di quel che si vede in giro. Perchè in effetti oggi l’alimentazione vegan nelle sue varie sfaccettature è incentrata su principi alimentari decisamente poco macrobiotici. E una macrobiotica vegetaliana trova poco o nessuno spazio in tutto questo.
Ciò detto, che la macrobiotica sia per sua stessa natura vegetaliana (o vegana, se vuoi) è un punto che non può essere messo in discussione, almeno fino a quando le parole di Ohsawa avranno ancora un peso per noi (e non è detto che lo abbiano ancora per molto, ahimè), perchè lui è chiarissimo sul punto, e Marrocchesi con la sua statura non può che saperlo molto bene. Ad esempio:
««Mangiar carne viola la costituzione dell’Ordine dell’Uomo, (…); causerà la perdita dell’originalità e dell’indipendenza, e genererà anormalità biologica. Mangiare carne significa radicare il seme dell’uomo sugli animali invece che sui vegetali. Mangiare carne è un mezzo artificialmente distorto di diventare un uomo invece di un mezzo naturale. Mangiare carne genera un uomo non libero che agisce violentemente, desidera avidamente e pensa egoisticamente.»
Permettimi una obiezione fraterna su Aihara. Lui è stato un grande maestro, e un uomo di grande sensibilità e spessore spirituale (personalmente trovo le sue riflessioni più elevate di quelle dello stesso Kushi), e liquidarlo come uno che si dilettava a uccidere salmoni non rende onore a una comprensione superiore che, secondo me, dobbiamo cercare di raggiungere. Aihara che pesca i salmoni sulla riva del fiume è assai più prossimo, per me, agli indiani d’America che si inchinavano con gratitudine al bisonte prima di ucciderlo, e non ha niente a che fare con le violenze e gli abusi cialtroni verso gli animali cui quotidianamente assistiamo nel “ciclo alimentare umano”.
volevo precisare comunque una cosa…. gli abusi cialtroni verso gli animali cui quotidianamente purtroppo assistiamo nel ciclo alimentare umano, non sono gli unici abusi, … la violenza così drammaticamente reale dentro i macelli ovviamente non è l’unica violenza verso gli animali, la caccia, la pesca, gli zoo, gli acquari, la produzione della pelle, nei vestiti e nelle scarpe e anche molto molto altro… insomma, la rivoluzione vegan non è solo una dieta che può o meno andare a genio fruttariana, o crudista che sia( che ovviamente sono incociliabili dal punto di vista dietetico con la filosofia macrobiotica) .. è uno stile di vita basato sul rispetto dell’Universo, per questo molto vicino alla filosofia macrobiotica. Tornando alla pesca di Aihara, penso che ci siano state molte più possibilità di non sacrificare la vita dei pesci negli anni del nostro caro Aihara che rispetto ai tempi degli indiani d’America che comunque avevano una venerazione della natura nel suo insieme molto alta, comunque , come ho già scritto, io non mi sento di giudicare nessuno, l’Universo farà la sua parte. Grazie e saluti cari .
Cara Loredana, mi trovi d’accordo in sostanza, e fo ammenda per la mia non chiarezza di fare d’ogni erba un fascio. Essendo stato studiosi di G.O. e poi CON i Kushi per lunghi anni, presso di loro negli USA fino all’85, e pooi ogni volta che venivano in Italia e pure Svizzera, (fui sovente il traduttore in italiano) confermo che tutti erano sostanzialmente vegani, o vegetalianicome si diceva (pure vegan, a me fa pensare alla Stella Vega, da vecchio lettore di fantascienza qual sono…credo di esser caduto nella trappola della Quantità: come già il movimento Vegetariano, quello detto vegan ècresciuto forse troppo in fretta, e quindi la Qualità è per molti di questi amici carente, manca di equilibrio, usa a volte ingredienti chimici, zucchero, strani frutti e noci tropicali, soffre di complesso d’inferiorità nei confronti dei carnivori per cui sposa cibi tipo prosciutti vegan, pancetta vegan…moolto discutibili, per noi. E pure quando mettono marchi commerciali col logo Vegan sul Sale, vino, Olio, alghe, quasi fossero loro proprietà e questo è supponenza, non correttezza. Ciò detto,pure io non fo male ad essere vivente (magari le zanzare si) e non mi sogno di sporcare in natura e anche sul marciapiede, come sai i principi macro/vegan sono pacifisti e per la equa distribuzione del cibo sul Pianeta a suon di cereali e legumi ecc.
ha ragione fabio, il mov. Macro dovrebbe mettersi alla testa del più largo gruppo di Vegan o veggies per dargli più una “testa” appunto. quindi meno arrogante senso di superiorità a partire da me, e sotto con le idee nobili, messe in pratica con equilibrio e buonsenso. ai prossimi incontri!
Per essere più preciso: penso che nessuno oggi possa mettere in dubbio la superiorità di una alimentazione vegetaliana, macrobioticamente ispirata, salvo se ignorante o in malafede. Questo dovrebbe essere pacifico per tutti i “macrobiotici”.
Io prendo per buona la definizione “La Macrobiotica è mangiare secondo l’Ordine dell’Universo”.
Certamente serve un approccio cerealiano per sviluppare la conoscenza, per fare la conoscenza dell’Ordine, però dopo aver acquisito la necessaria sensibilità, la condizione impescindibile rimane la libertà. Occorre che mettiamo la libertà a disposizione di ognuno nel suo percorso di esperienza. Non sappiamo cosa diventerà un “macrobiotico”.
Il suo impegno è mangiare secondo l’Ordine dell’Universo! Non secondo quello che vediamo noi!
Buona la tua, Marcello!
Grazie Roberto e Fabio, bellissima conversazione ricca di spunti, luci e personaggi. I miei due cent sul sogno di vedere la Macrobiotica alla testa del mondo vegan: non credo che sarà possibile, l’approccio, la motivazione, il percorso, sono troppo diversi, quasi opposti. Da una parte un percorso personale, iniziato dalla curiosità, motivato dalla ricerca individuale di un livello superiore di esistenza, basato sulla libera sperimentazione individuale, senza dogmi o imposizioni dall’alto, solo guidato da principi di maestri ed esperti che testimoniano la loro esperienza. Dall’altro un movimento che una corte di giustizia inglese ha recentemente definito una fede religiosa, dogmatico, basato su limitazioni e divieti, con una finalità solo animalista, che spesso arriva al paradosso dell’odio specista verso gli umani, in quanto fonte di ogni male. Strade molto lontane, difficilmente compatibili. Aggiungo anche che su queste caratteristiche fideistiche, dogmatiche, acritiche, si basa la forza e la diffusione di massa del veganesimo, perché non pone problemi da risolvere, non fa faticare per capire, ma anzi, si ripiega sui propri dogmi offrendo una strada facile di imitazione.
ho incominciato la Macrobiotica diversi decenni fa ma mi considero tuttora uno studente a tutti gli effetti, trovo questa intervista molto bella, incontrai Mickio Kushi tre volte quando venne in Italia : una volta a Firenze e due in Assisi, tuttora ne conservo un gran bel ricordo, una gran bella persona, molto profonda, Osawa non l ho conosciuto ma apprezzo i suoi libri per quel che riguarda la teoria, molto meno per la parte pratica: trovo la dieta n 7 molto difficile, al limite veramente dell impossibile e…….. assolutamente non divertente, , penso che piuttosto che cercare lo Yang, che come emerge anche da questo vostro scambio di opinioni alla lunga non paga, sia molto meglio cercare l equilibrio………ecco forse questa, secondo me, potrebbe essere la risposta: che cos è la Macrobiotica? E equilibrio. che ne pensate ?
Si approvo. Il suo pensiero riflette abbastanza il mio, anche se il Panta Rei o Tutto cambia ci dice che il Maestro interiore di ciascuno di noi e’ un essere in costante divenire, mentre i Maestri scomparsi come Ohsawa, Kushi e altri pur degni di onore e menzione sono ormai cristallizzati nel Tempo e nostro compito sta nel confrontare e confrontarci contro eventi sempre unici e mutevoli. Vivere alla Grande resta per ora secondo me l unica possibile definizione di Macrobiotica, le varie dietetiche son solo tecnica, punti di vista, applicazioni che devon partire dal Principio unico e le sue diramazioni sono potenzialmente infinite.
grazie per la risposta, tra l altro la incontrai, tanti anni fa, mi sembra 1984 o 85, lei se ben ricordo era appena tornato dall america e fu in una vacanza estiva macrobiotica a Cupramarittima
Ah Cupra marittima, maggio 1985…ultimo incontro con un amico che poi scelse di rompere con me ed altri, ma altra storia in ogni caso. Ci avrei giurato che venivi dal maceratese,bella terra che conosco bene, Morro non lontana da Camerino paese di mia moglie.
si si maggio 85, io ero ad aiutare in cucina, dopo quell esperienza entrai attivamente in quel gruppo per uscirne definitivamente dopo pochi anni ma non per questo lasciare la Macrobiotica, ansi è stata l occasione per cercare di approfondirne la comprensione, incontrare Michio Kushi, ecc ecc, appassionarmi anche io al Feng Shui ecc ecc.
Si si sono proprio d accordo siamo esseri in costante divenire, ci troviamo a confrontarci con eventi sempre unici e mutevoli.
Roberto, a questo punto, se mi consenti, proverei a mettere insieme e collegare quello che abbiamo detto:
Punto 1) la Macrobiotica è equilibrio
Punto 2) questo equilibrio ci consente di ristabilire la connessione con l universo, qualcosa di simile al cordone ombelicale che si aveva nella pancia della madre
Punto 3) Ciò ci porta a vivere la Grande Vita come esseri in costante divenire che si confrontano con eventi sempre unici e mutevoli
che ne pensi?
🙂
Ne penso strabene, impossibile non esser d’accordo coi tuoi principi, se non che…
1) se la macrobiotica è equilibrio, dunque i Macrobiotici son tutti equilibrati? almeno quelli fedeli al vangelo riso-miso-sale ecc.? Di certo, no. Nella mia esperienza all’equilibrio si tende, senza davvero arrivarci mai. Però esso si forma da solo, che ci piaccia o no. Esempio brutale, vivi una bella, lunga interessante vita, ma prima o poi, sai come si finisce..
.Punto 2) sei vicinissimo al Satori, o Nirvana. Dimmi come hai fatto che ti imito. comunque si, usando diverse tecniche, preghiere, meditazioni, e una via del cibo il più leggera possibile, anche dei digiuni mirati, si hanno “lampi” d’illuminazione, qualche volta nella vita. Perfino Buddha non è che li ebbe ogni momento, ma qua e la, e quindi ciò ci consola.
Punto 3) Si ci siamo. Oserei supporre che alcuni ci siano arrivati anche senza vie o regimi alimentari particolari, penso a filosofi, artisti, santi ma anche gente ignota perché molto modesta, di certo praticavano anche senza gran consapevolezza una loro Via del cibo disinteressata e molto spartana o semplice, magari senza riso miso ecc. ma praticavano la Semplicità, la Gratitudine, la Fratellanza con tutto, la Pace insomma, col mondo intero. Il grande Georges lo chiamava, conoscere l’Ordine dell’Universo. Ciao
grazie Roberto per i tuoi spunti di riflessione che sono graditi, li rileggo volentieri più volte.
punto 1) eh, che dire, qui si apre un argomento piuttosto controverso, a mio parere ci sono due modi di mangiare o per meglio dire due poli verso cui si tende: uno è l equilibrio e un altro lo squilibrio, diciamo che partire in quarta con una dieta verso lo Yang non è equilibrio ma squilibrio proprio perchè si va in una direzione unilaterale e la natura ci insegna che l equilibrio è dato da due componenti, in molti ed io stesso siamo andati in questa direzione, poi col tempo si tende a capire che non funziona, anche il corpo, del resto, cerca di dare dei segnali, fa quello che può poverino.
Si sono d accordo con te all equilibrio si tende, o lo creiamo noi o si forma da solo che ci piaccia o no, la differenza sta nel cercarlo coscientemente o nel subirlo.
punto 2) ma no, sono solo una persona comune con i suoi pregi e i suoi difetti 🙂
A questo punto sarebbe interessante cercare di capire ciò che si intende con equilibrio: a mio parere è la via di mezzo data dall interazione di due poli, di due forze, c è bisogno di tutte e due queste componenti.
Diciamo che ci sono diversi livelli di equilibrio, un esempio potrebbe essere equilibrare lo Yin e lo Yang: dunque sappiamo che il cereale è Yang e la verdura è Yin allora mangiamo il cereale e la verdura in questo modo abbiamo realizzato un equilibrio nel nostro pasto, ci alziamo dalla tavola e siamo sodisfatti, non abbiamo voglia di aggiungere altri cibi più estremi nel corso della giornata e va bene così, non è poi così difficile, non c è bisogno di sforzarsi troppo.
Un altro esempio potrebbe essere il sale: la via di mezzo non è nel tanto sale o nel poco sale ma nella quantità giusta che da sapore senza essere troppo forte.
Si potrebbe continuare ma mi fermerei qui…….
punto 3) eh, anche qui che dire…… si apre un mondo. Sia che la si chiami Macrobiotica o con altri nomi o non la si chiami affatto la tendenza degli uomini e delle donne verso una via che li connetta all ordine dell universo è una tendenza naturale e molto sentita, una necessità, ansi credo che nel nostro periodo storico si sia persa di più questa connessione, forse e probabilmente in passato ci sono state persone che hanno vissuto questa connessione in modo molto profondo e cosciente, al di la e a prescindere da George Osawa e Michio Kushi, e sarebbe importante riscoprire le radici e le origini, il contesto culturale da cui deriva ciò che noi chiamiamo Macrobiotica, anche perchè in definitiva ne sappiamo poco o nulla.
Mi fermo qui perchè mi sembra di aver scritto molto 🙂