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E liberaci dall’illusione della separazione: la Regression Therapy

Messe da parte l’identificazione col positivo e la reazione al negativo, cosa rimane? …. Nulla rimane, eccetto l’espressione della libertà.

Steven Harrison

 

I paradigmi della guarigione fisica, mentale ed emozionale stanno cambiando velocemente. In tutto il mondo si verificano in accelerazione negli ultimi decenni profondi mutamenti nel livello di consapevolezza, e questi mutamenti si riflettono nella proliferazione delle più diverse tecniche di guarigione.

Le persone iniziano a capire, spesso per averlo sperimentato in prima persona, che le vecchie “terapie della parola”, nelle loro numerose varianti, hanno – quando ce l’hanno – un’utilità raramente decisiva. E’ osservazione comune che la consapevolezza dei propri comportamenti reattivi, pur essendo certamente un’acquisizione positiva, raramente determina la scomparsa dei vecchi logoranti pattern emozionali.

E’ sempre più chiaro, inoltre, che la tradizionale concezione della psiche umana è estremamente parziale, limitativa e ingannevole. Riusciamo a cogliere, infatti, soltanto un frammento della danza interiore tra cuore, mente ed esperienza umana. Per non parlare del corpo, dualisticamente messo al centro di una terapeutica completamente scissa che nega all’origine il fluire univoco del corpo fisico con i corpi sottili dell’uomo.

Tra le modalità terapeutiche emergenti, la *NUOVA* Regression Therapy, punta di diamante dell’Ipnosi Spirituale, è la più promettente. Il riconoscimento della sua efficacia procede di pari passo al crescente riconoscimento del ruolo che hanno le nostre vite precedenti nell’influenzare la nostra vita attuale. Curiosamente, non è necessario che né il soggetto né il terapeuta “credano” nella realtà delle reincarnazioni: la “vita precedente” di cui fa esperienza la persona in regressione ipnotica potrebbe ben essere una metafora dell’anima in cerca di guarigione. Ma è una metafora che funziona e la cui elaborazione genera risultati. La tecnica prevede l’uso dell’ipnosi regressiva, che quando praticata in modo qualificato e attento è una tecnica completamente sicura e affidabile.

L’esperienza di questi decenni costruita mattone dopo mattone dal lavoro di centinaia di terapeuti dello spirito si concettualizza in alcuni punti cardinali:

  • “Noi” non ci esauriamo nell’esperienza di questa vita attuale: la nostra anima attraversa molte vite.
  • In quelle vite e tra quelle vite opera a tutti i livelli di esperienza un principio di attrazione (karma).
  • Quando appare una condizione disfunzionale (un segno, un sintomo, un disagio, che sperimentiamo nel mondo intorno a noi e/o nel nostro interiore mondo emotivo e mentale), questa è spesso il riflesso o la proiezione di un trauma irrisolto o di altre esperienze e relative credenze e conclusioni maturate in altre vite. Lo schema che segue riassume questo legame:

  • La (vera) guarigione e la trasformazione del trauma causale, avvenuto in questa o in altre vite, genera una purificazione e uno “spostamento” in molte aree. Questo spostamento si verifica sia nella percezione soggettiva del mondo esterno che negli eventi del mondo esterno, che – in conseguenza – nella sensazione di sé della persona e nel suo benessere psicoemotivo. Questo spostamento diventa una sorta di spartiacque a partire dal quale l’esperienza vitale del soggetto si modifica coerentemente.
  • Un altro mattone importante nell’edificio della Regression Therapy è la considerazione riservata al problema delle entità rimaste “impigliate” nel nostro campo energetico e che spesso influiscono in modo determinante e a volte causale sui nostri disagi.


Per capire adeguatamente l’importanza della nuova Regression Therapy, occorre contestualizzarla in una cornice più ampia, e capire qual è la vera radicale origine di tutti i problemi in cui ci dibattiamo, di qualunque natura siano.

 

LA CREAZIONE DELL’ILLUSIONE

Una metafora ricorrente nella conoscenza spirituale e occulta, e trasversalmente presente in tutte le religioni (quantomeno nella conoscenza interiore), è la nostra origine in un Uno indiviso dal quale a un certo punto ha preso forma il manifesto. Questa concezione ha radici importanti anche nella tradizione del pensiero occidentale: “Il principio primo e l’elemento costitutivo di ogni cosa è un luogo infinito che è UNO e capace di movimento: questo luogo è la fonte che genera tutto in natura e dove tutte le cose ritornano“, scriveva Anassimandro già nel 600 a.C.

Perchè ciò accadesse è stata necessaria una temporanea separazione dall’Uno (Luce Divina) da parte di esseri che in sè continuano a veicolare la loro natura di Uno (scintilla di Luce Divina) ma che hanno perso il ricordo e la comprensione dell’Origine. Da qui la nascita dell’ego, del dualismo e l’illusione della separazione.

In vario modo, questa sensazione di essere stati allontanati ci accompagna senza sosta.

L’ego può essere definito come una raccolta di giudizi su esperienze, oppure una sovrapposizione sulla pellicola dell’anima di significati ed errate interpretazioni generatesi in risposta alle esperienze dell’anima, nel corso delle sue varie esistenze. Quest’ego sembra avere sviluppato una sua vita propria, e vuole continuare a mantenere il controllo. Ma questo controllo è una reazione basata sulla paura, è soltanto una distesa di ricordi che ricoprono l’anima e che non sono altro che un compulsivo perpetuarsi di insiemi di credenze. Queste credenze hanno un comune denominatore: quella separazione originale da Dio (il Sé interiore).

E in effetti l’ego vede il Sé con disprezzo, perché in realtà è spinto solo dalla paura, che perpetua l’illusione della separazione dal Sé, dal Divino dentro e fuori. La paura E’ separazione, è precisamente la stessa cosa.

Soltanto l’amore causa la scomparsa dell’orientamento basato sulla paura che circonda uno specifico fatto o evento. L’amore conduce alla riunificazione. L’amore E’ l’unione interiore col Sé.

Vita dopo vita le personalità dell’anima sono generalmente inconsapevoli della credenza in questa separazione, e per questa ragione tendono a percepire gli “eventi negativi” come minacce, rifiuti, attacchi o abbandoni. Questi equivoci imprimono  sulla pellicola eterica dell’anima reazioni emotive e campi magnetici di attrazione, frutto di interpretazioni egoiche. Nell’incarnazione essi si manifestano come una parte fondamentale della visione della personalità e diventano così la base inconscia di credenze e reazioni alle (e fonte di attrazione delle) esperienze nel mondo. Questi equivoci egoici diventano gli sceneggiatori delle nostre illusioni, del “film” della nostra vita, e giocano un ruolo importante nell’agenda dell’anima nel suo progettare compiti e apprendimenti per ciascuna incarnazione, apprendimenti che costituiscono il sentiero del ritorno al Sé.

Il ritorno a Casa o al Sé è un disfare queste errate costruzioni. E queste costruzioni, se ci prestiamo attenzione, possiamo vederle e percepirle nelle nostre vite quotidiane. Si manifestano nel modo in cui vediamo le nostre relazioni e nel modo in cui gli altri sembrano vederci e trattarci. Sono i temi dell’abbandono, del rifiuto, della vendetta, dell’odio, della perdita, della colpa, del rimpianto, del senso di impotenza e dell’afflizione, giusto per citarne alcuni. Accade così che molti dei nostri comportamenti e convinzioni non sono naturali emanazioni del Sé, ma sono spesso invece emanazioni di tracce che questi campi e credenze hanno lasciato sulla nostra anima, emanazioni di tracce da altre vite e dalla nostra infanzia in questa vita. Sono tracce di questioni irrisolte, di credenze generate in seguito a eventi traumatici, ferite, o derivanti magari dall’atteggiamento dei nostri genitori quando eravamo nel grembo materno.

 

Quando esercitiamo uno sforzo per controllare il mondo, non ci rendiamo conto che in realtà stiamo cercando di cambiare un mondo che è già un mondo di effetti.

 

In generale, la maggior parte di noi fa esperienza del proprio mondo come se il mondo gli stesse accadendo. E’ come se il mondo sulla base del quale agiamo fosse reale, come se fosse veramente come appare. Da questa posizione ci sembra, a ragion veduta, di avere ben poco controllo. Quando esercitiamo uno sforzo per controllare il mondo, non riconosciamo che in realtà stiamo soltanto cercando di cambiare un mondo che è già un mondo di effetti. Non ci rendiamo conto che il mondo come ci appare è in realtà soltanto un riflesso della nostra stessa coscienza.

Quando interagiamo con gli altri raramente siamo consapevoli di come stiamo proiettando su di essi dei significati. E’ un costante dipingere numeri sulla tela. Ogni numero è un codice inconscio per una proiezione esteriore di ferite di questa o di altre vite. Queste ferite si nascondono in errate percezioni e conclusioni egoiche di giudizio, paura, controllo, meschinità, dipendenza, ansietà, bisogno di protezione, diffidenza, manipolazione, e tutte le credenze che abbiamo acquisito dalle nostre esistenze. Eppure siamo per lo più inconsapevoli del processo con cui svolgiamo tutto questo: creiamo incessantemente un film senza nemmeno rendercene conto!

Non facciamo così altro che perpetuare interi processi inconsci di attribuzione di significati a oggetti, cose, persone – significati che questi oggetti non avrebbero di per sè, senza cioè intersercarsi con noi nel nostro mondo personale. E infatti l’esistenza degli altri nelle nostre vite è tutto un gioco, un arrangiamento tra noi e altre anime per materializzare eventi e relazioni e generare così opportunità di guarigione e di apprendimento. Un gioco in cui tutti noi abbiamo la chance di rintracciare l’origine di questi significati e liberarne l’energia reiterante che ci invischia.

Noi biasimiamo gli altri per il trattamento che ci riservano, e non riconosciamo che non potremmo avere una diversa esperienza con loro se non avessimo creato noi queste esperienze, questo film. Sì, noi siamo totalmente responsabili. Non è: “Mi ha fatto questo”. E’ piuttosto: “Sto facendo questo a me stesso per causa di qualche radicata emozione non guarita e convinzione egoica da qualche altra esperienza della mia anima”.

Abbiamo creato interi campi di attrazione che convogliano energie comuni ed esperienze tematiche e credenze distintive. Questi campi sono emersi da traumi ed esperienze che abbiamo percepito erroneamente. Questo errore è in attesa di correzione da parte della Presenza Divina, dell’Amore. Questi campi di attrazione portano a noi interi eventi e persone e scenari con cui lottiamo come se fossero reali invece di vederli per quel che sono: dei segnali stradali, indicatori o riflessi di eventi causali vivi in qualche angolo della psiche e in attesa di essere rielaborati e accolti in quell’Amore.

Il campo magnetico di attrazione creato dall’interpretazione egoica di un evento attrae persone ed esperienze che risuonano a una frequenza simile o complementare. Se siamo inclini alla vittimizzazione allora appariranno nelle nostre vite persone che saranno i nostri perpetratori, che saranno abusive, e così via.  La comparsa di questi personaggi costituisce un incastro perfetto.

Questa concezione non è nuova, ma al contrario è presente – implicita o esplicita – negli insegnamenti di molte scuole spirituali. Lo stesso Gesù insegnava: “Vi sia fatto secondo la vostra fede” (Matteo, 9:29). Le Upanishad parlano di questi campi di attrazione come samskaras o “nodi del cuore”, e affermano (Sri Aurobindo) che la via della riunificazione (yoga) con il Sé passa attraverso la purificazione di questi campi e credenze.

Il testo Un Corso in Miracoli definisce questa costante proiezione egoica, che opera per mezzo del principio manifestante comunque sempre all’opera, il Mondo stesso. E’ la nostra stessa creazione. Un libro affine a questo percorso porta significativamente il titolo di La Scomparsa dell’Universo! E’ la scomparsa dell’universo creato e percepito dall’ego a essere reale. Questa scomparsa ha luogo quando il significato egoico attribuito agli eventi e alle relazioni della nostra vita viene dissolto nella Presenza del Divino, lo stato del Miracolo (G. Renard).

Nella nuova Regression Therapy, che ha preso ormai completamente le distanze dall’ipnoterapia clinica per configurarsi come un autonomo trattamento di guarigione spirituale, il passo decisivo è portare il soggetto nella possibilità di processare questi momenti egoici alla luce della nuova consapevolezza assicurata dalla Presenza Divina. Questa Presenza, che sia formalmente rappresentata come il Sé Superiore, la Presenza Angelica, i Maestri Spirituali o la Luce del Vero Essere, ha il potere di ricontestualizzare e trasmutare le originali esperienze causali del trauma e della proiezione.

Il film è cambiato, il copione è riscritto, non dalla mente egoica razionale ma, in modo decisivo, dal Sé.

 

Per approfondire il tema del karma, della reincarnazione e della Past-Life Therapy ti invito a leggere l’articolo A patti col Karma: Reincarnazione e la Regola d’Oro di Gesù.

 

[Nota importante: Nonostante l’uso informale, di derivazione anglosassone, dei termini “terapia” e “terapeuta” e “guarigione”, la Regression Therapy come qui illustrata non costituisce terapia e gli operatori non sono terapeuti. La nuova Regression Therapy è una tecnica di azione spirituale e l’operatore è al servizio di questa azione. Qualunque sintomo fisico o psichico va riportato al proprio medico curante per la diagnosi e le valutazioni del caso.]

 

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ANTONIO CASALINO
ANTONIO CASALINO
5 anni fa

Assolutamente condivisibile e devo dire che chiarisce perfettamente le motivazioni che sembrano essere sempre diverse, guardando verso l’esterno, ma che invece sono riconducibili ai medesimi pattern interiori che ci portano a reiterare, nella sostanza, sempre le stesse azioni ed esperienze.
Grazie

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